DIETRO L’ASCESA DEL PADEL, UNO SPORT CHE è UN FENOMENO SOCIALE

Il 16 aprile 2020, l’Italia ha da poco conosciuto il Covid-19 e si chiude in casa per limitare la diffusione del virus. In quel che diventa famoso come lockdown, si devono specialmente ripensare la socialità e l’attività fisica. Col tempo scandito dai Dpcm, appelli dei virologi, zone gialle, verdi e rosse e la definizione dei congiunti, Carola Pessina e Vittoria Olivieri – due adolescenti di Finale Ligure, in provincia di Savona – ottengono una fama spropositata. Un video le ritrae mentre giocano a tennis, palleggiando dai tetti dei rispettivi palazzi – distanziamento sociale assicurato – e commuove tutti. Carola e Vittoria, le due ragazze che giocano a tennis su tetti durante la pandemia, finiscono sulle tv di tutto il mondo, dalla Cnn ad Al Jazeera, vengono elogiate dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen («Siete un simbolo di resilienza») e Roger Federer, appaiono nello spot di un noto marchio di pasta. Non lo sanno, ma sono forse state loro a introdurre in Italia la moda del padel. Come hanno fatto in Inghilterra, a Liverpool, il difensore olandese Virgil van Dijk e l’allenatore Jürgen Klopp. E non solo loro: il padel non ha confini, il padel è lo sport del futuro.

Oggi, nel 2023, il padel è uno degli sport dalla diffusione più rapida al mondo. Un incrocio tra tennis e squash: di base, giochi a coppie in un campo rettangolare (un terzo di un campo da tennis) dalle pareti chiuse, su cui farai rimbalzare la pallina. Non è uno sport nuovo: lo inventò in Messico negli anni ’60 un uomo d’affari, il signor Enrique Corcuera, che voleva costruire un campo da tennis nella sua casa vacanze di Acapulco ma non aveva abbastanza spazio. È di recente però che il padel è diventato un fenomeno globale, anche in Europa. La sola Italia possiede oltre 5400 campi in più di mille comuni, 800 quasi nella sola Roma. Il padel ha superato i 4 milioni di giocatori, conquistando Spagna e Argentina – e c’è un motivo: dal 1992 si gioca il Campionato mondiale di padel e sono loro i due unici paesi ad averlo vinto, sia a livello maschile (11 volte l’Argentina, 4 la Spagna) che femminile (8 edizioni ciascuna) – ma pure Olanda e Svezia. O l’Italia. Qui entrano in gioco, indirettamente, Carola e Vittoria. Nel Belpaese, infatti, il successo del padel è un’eredità dal periodo pandemico – quando gli sport di contatto sono draconianamente proibiti – ed è veicolato dai calciatori.

Sembra che i pionieri siano stati Gianluca Zambrotta e Demetrio Albertini, che non a caso nella loro carriera hanno giocato in Spagna e appreso qui per osmosi il culto del padel – il primo al Barcellona, il secondo all’Atlético Madrid – e l’avrebbero esportato in Italia. Zambrotta, campione del mondo al Mondiale 2006 con l’Italia di Lippi, avrebbe aperto nella "sua" Como uno dei primi centri, l’Eracle Sports Center. Era il 2014 e quindi ben prima della pandemia: «Ma non sono forte come i romanisti e i laziali, tipo Totti, Marchegiani o Fiore», spiegava in un’intervista al Corriere dello Sport. A proposito dei reduci di Berlino, mica c’è solo Zambrotta. Ci sono il citato Totti, De Rossi e Pirlo, Materazzi e Barzagli, il terzo portiere Peruzzi e Camoranesi. Il fenomeno è totale. Ci sono calciatori più avanti con gli anni (Bergomi, Cabrini e Tardelli, i precedenti campioni del mondo azzurri nel 1982, ma anche Toldo e Frey, Casiraghi e Fiore, Dida e Brocchi) e calciatori più recenti, non solo legati alla capitale, romanisti (Florenzi e Nainggolan) e laziali (Parolo e Immobile). Poi ci sono la Bobo TV – Adani, Ventola, Vieri più Antonio Cassano – e gli spagnoli Puyol e Piqué, Casillas e Sergio Ramos.

È interessante che molti tennisti siano saliti sull’onda del padel – ci sono i fab four: Roger Federer e Rafa Nadal, Andy Murray e Novak Djokovic, ma pure Serena Williams e Maria Sharapova, Andre Agassi e Nick Kyrgios –, la popolarità del nuovo sport è molto eterogenea. Ci trovi l’ex pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella e l’ex nuotatore Michael Phelps, attori come Leonardo Di Caprio e George Clooney, Emmanuel Macron e Bill Gates. Ma si torna sempre al calcio, quindi che dire della Svezia? Qui – mentre l’app di dating Tinder creava un suo campo da padel per favorire gli incontri tra gli utenti – Zlatan Ibrahimovic fondava nel 2016 assieme all’amico Thomas Sandström un brand. Si chiama Padel Zenter e ha 5 centri tra Stoccolma, Uppsala, Örebro, Skövde e Jönköping. Il primo centro, ad Årsta, conta 9 campi da padel e lo inaugurarono Pogba, Henrik “Henke” Larsson e il ventiduenne argentino Fernando Belasteguín, il più giovane numero 1 al mondo di sempre di padel. Il sesto centro aprirà prossimamente a Milano. Perché Ibra gioca in Italia, possiede il 70% della Padel Zenter e, nel frattempo, gli italiani hanno provato il padel, e se ne sono follemente innamorati.

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