TUDOR HA INDIVIDUATO I MALI DELLA JUVENTUS: SE RESTA, CHIEDE DI CAMBIARE

E' una Juve di precari, e questa precarietà si fa sentire. Negli atteggiamenti, nelle prestazioni. Nei risultati, inevitabilmente. Tra le cose che non sono piaciute a Igor Tudor c'è soprattutto questa: il fatto che i destini dei giocatori non siano stati fissati, o che comunque siano stati persino slegati agli obiettivi. Per capirci: non è guadagnato la Champions che Conceiçao - esempio - potrà guadagnarsi la conferma. E così via.

PROBLEMA - Tutto ciò porta pure a un problema piuttosto evidente: come si fa a sentirsi responsabili di qualcosa che non è tuo e che tanto non ti apparterrà in futuro? Vero, son professionisti, per questo dovrebbero tenerci a prescindere. E in fondo è così, se andiamo a vedere l'atteggiamento della Juventus nelle ultime partite e specialmente con il croato. Però il lavoro quotidiano, la correzione di alcuni comportamenti, andare a spegnere i piccoli incendi normali in una stagione, diventa tutto molto più complicato e per un motivo molto semplice: alla base di ogni discorso resiste il tema del futuro.

SOLITUDINE - Per questo Igor Tudor si è sentito un po' più solo nell'ultimo periodo, a prescindere dai discorsi sul suo, di futuro. Anzi: non ci pensa proprio, la testa è all'obiettivo e sa di poter andare avanti a testa altissima, anche con tutte queste voci sulla possibilità che i bianconeri possano tornare a pensare ad Antonio Conte. La "solitudine", ecco, bisogna immaginarla al di là delle mura della Continassa, dove un gruppo così giovane, come facilmente prevedibile, è stato un gruppo anche così spaesato. Cristiano Giuntoli immaginava che la sola figura di Thiago Motta, con il supporto della dirigenza, fosse abbastanza per dare una guida. Ma non è stato così. E anche Tudor ha capito i perché sulla sua pelle.

MERCATO - Tutto questo s'intreccia al mercato e dà una risposta ai punti di domanda più insistenti di questa stagione: alla Juve non mancano giocatori di qualità, non ci sono semmai profili di carattere. Dovesse restare, Igor non chiederebbe la luna, ma 2 o 3 colpi di livello assoluto, specialmente in grado di trascinare questa squadra lontano dalle sabbie mobili dell'incertezza e nella direzione che compete e che deve intraprendere la Juventus. La delusione dell'approccio mentale della squadra cova dentro il croato, la precarietà è probabilmente la chiave di lettura più concreta per capire gli alti e i bassi di questo gruppo.

2025-05-15T18:04:57Z