CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA: IL FANO SPROFONDA DOPO 58 ANNI

Avezzano, 28 aprile 2024 – La sconfitta di Avezzano decreta con una giornata di anticipo sulla fine della stagione regolare la retrocessione dell’Alma Juventus Fano in Eccellenza. Diventa del tutto inutile infatti lo scontro diretto domenica prossima contro il Real Monterotondo – tredicesimo in classifica sul quale il Fano, sedicesimo, faceva la corsa per agguantare i playout – in quanto ci sono 12 punti di differenza quando ce ne sarebbero dovuti essere al massimo sette per poter spareggiare proprio con gli stessi laziali. Se due stagioni fa l’Alma si era salvata per il rotto della cuffia disputando un drammatico spareggio col Castelfidardo quest’anno non c’è stato neppure bisogno di una "coda" al campionato.

Dopo 58 anni (1965/66 retrocessione a San Donà di Piave) i granata finiscono nel campionato regionale, triste epilogo di un’annata che sarà ricordata per le tante, troppe scelleratezze che sono state compiute fin dal primo giorno. Anzi, fin dal giorno della fantastica cavalcata della scorsa stagione conclusasi con la vittoria ai playoff della squadra di Andrea Mosconi.

Dalle stelle alle stalle nel breve giro di un anno. Dall’euforia di quei momenti vissuti al "Bianchelli" di Senigallia, cui sono seguite nelle settimane seguenti le promesse di un ripescaggio in Serie C, vanificate con l’esclusione della società granata dalla graduatoria per incompletezza della documentazione, fino al desolante finale di ieri pomeriggio allo Stadio dei Marsi di Avellino.

Una fine annunciata, che ha un solo colpevole: l’ex presidente Mario Alessandro Russo. Perché se ai calciatori scesi in campo in queste 33 partite non si può rimproverare nulla quanto a impegno, attaccamento alla maglia e passione, all’imprenditore casertano, che non ha mai fatto mistero di voler "danneggiare" l’Alma e la Fano sportiva, si possono addossare le responsabilità di aver gestito il club di via Toscanini in un modo, diciamo, alquanto stravagante e distaccato.

Inutile rivangare le tappe di questo fallimento. A iniziare dallo smantellamento della squadra dello scorso anno (allenatore e giocatori), ad una campagna acquisti inesistente, al ritiro di Frontone interrotto per l’inizio di un disimpegno finanziario da parte di Russo che si è poi ripercosso su tutta l’attività quotidiana, ai disperati appelli del tecnico Marco Scorsini, al distacco di diversi dirigenti fanesi, alla vendita di Tenkorang, alle dimissioni di Cornacchini, al rifiuto di voler vendere l’Alma. Ceduta invece a febbraio, a mercato chiuso, a Salvatore Guida che ora si ritrova con una società deprezzata e disastrata. Degno finale di una morte annunciata.

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