F1 | FERRARI: C'è UN PERCHé NELL'INVOLUZIONE DELLA SF-24 IN CINA

Abbiamo visto una Ferrari involuta, scavalcata nei valori espressi in Cina dalla McLaren, anche se nessuna delle due squadre ha portato a Shanghai delle evoluzioni tecniche. Nella Sprint Race le rosse sono riuscite a precedere le MCL38 di Lando Norris e Oscar Piastri, mentre nel Gran Premio le SF-24 non hanno mai avuto il passo per impensierire la papaya dell’inglese che ha concluso al secondo posto.

La Scuderia non ha risposto alle aspettative della vigilia, visto che gli stessi ferraristi lasciavano intendere non solo una macchina competitiva, ma anche in grado, forse, di avvicinarsi di più alle Red Bull. L’operazione è riuscita alla McLaren e, per la prima volta nella stagione, una rossa non è andata a podio.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

La domanda da porsi è piuttosto semplice: cosa è stato fatto sulle SF-24 fra la garetta del sabato mattina e le qualifiche del pomeriggio? La Ferrari ha perso competitività fra l’evento Sprint e il GP, almeno nel confronto diretto con le McLaren (Oscar Piastri, meno brillante del solito, sarebbe comune finito davanti alle rosse se non fosse rimasto vittima dello strike di Lance Stroll durante la ripartenza dalla prima safety car).

E lo stesso Lando Norris nel dopo gara si è detto sorpreso di essere stata nettamente davanti alle Ferrari, visto che in cuor suo s’immaginava di prendere una paga sonora dalla SF-24 (ha parlato di 35” visti nelle simulazioni!). Non solo è stato davanti a Leclerc e Sainz, ma si è lasciato alle spalle anche Sergio Perez con l’altra Red Bull RB20.

Qualcuno, quindi, potrà dire che è cresciuta la McLaren e Lando ci abbia messo del suo per far emergere gli arancioni, ma l’analisi non sarebbe completa se non guardassimo come mai le rosse non hanno estratto tutto il potenziale che avevano a disposizione.

La sensazione è che alla riapertura del parco chiuso i tecnici abbiano seguito le indicazioni dei piloti che si erano lamentati durante la Sprint Race di non avere, quando erano in un trenino, la necessaria velocità per azzardare un sorpasso con il DRS. E viene il sospetto che ci sia stata la tentazione di cambiare l’assetto per scaricare leggermente la rossa, non avendo magari fatto i conti che con la mescola hard, in particolare, le SF-24 sarebbero andate in crisi non riuscendo a portare la necessaria energia per mettere le gomme nella giusta finestra di temperatura.

Charles Leclerc, Ferrari SF-24

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

A Maranello, quindi, avrebbero preso un rischio che non ha pagato, per cui Leclerc e Sainz hanno dovuto costruire una gara che è stata giocata in difesa: al via, ma in generale a ogni ripartenza da Safety Car, abbiamo visto le rosse soffrire per l’incapacità di trovare subito il giusto passo. Il fatto che Charles sia arrivato a fare il pit stop (giro 21) fuori dalla finestra consigliata da Pirelli, per arrivare a disputare una gara con una sola sosta (con le medie sarebbe andato più lungo se non ci fosse stata la neutralizzazione per lo stop di Valtteri Bottas con la powwr unit Ferrari fumante sulla Sauber C44) ha certamente acuito il problema dovendo sfruttare un treno di bianche per 35 tornate.

Carlos Sainz, Ferrari SF-24

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

È possibile, quindi, che la squadra di Maranello non abbia saputo estrarre il meglio dalla SF-24, ma è altrettanto vero che sia ormai arrivato il momento in cui è indispensabile iniziare l’evoluzione della rossa, anticipando a Miami alcuni elementi del pacchetto di aggiornamenti che erano annunciati per Imola.

Red Bull, Aston Martin ma anche Haas, Alpine, Sauber e Racing Bulls hanno già portato novità importanti e non solo di dettaglio. McLaren cambierà faccia a Miami, mentre Ferrari e Mercedes aspettavano il debutto europeo per introdurre le evoluzioni.

Lo scivolamento a terza forza in Cina è stato archiviato come uno svarione e non il segno di una variazione dei valori tecnici. Buona a sapersi…

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