INZAGHI VEDE UN FUTURO MONDIALE: "AVRò UN’INTER ANCORA PIù FORTE"

Quella di arrivare prima degli altri dev’essere diventata un’abitudine. Simone Inzaghi si presenta alla biblioteca Sala Borsa di Bologna con discreto anticipo. Per fortuna, perché nemmeno il tempo di mettere un piede dentro che viene travolto dagli interisti in incognito: piovono autografi, selfie e complimenti per lo scudetto. Qualcuno dubitava della sua presenza, ma un premio dedicato alla memoria del grande Giacomo Bulgarelli è un invito che non si può disattendere. Un anno fa c’era Spalletti. Stesso campionato stradominato, umori diversi. Proprio a margine dell’evento, Lucianone aveva di fatto reso pubblica la crisi nera con De Laurentiis che avrebbe portato di lì a pochi giorni al divorzio-choc dal Napoli. Ieri, invece, Inzaghi ha confermato l’idillio totale con quella che lui stesso chiama "la famiglia Inter".

"Questo è stato lo scudetto della gioia – esordisce Simone –, abbiamo fatto felici milioni di interisti che aspettavano tanto la seconda stella. Ma io non voglio soffermarmi solo sul presente: sono tre anni che giochiamo un certo calcio che ci ha portato anche a una finale di Champions". Presente, passato e allora anche futuro. Taremi e Zielinski sono già in saccoccia: altri rinforzi? "Dal mio arrivo ci sono paletti e budget – sottolinea il tecnico nerazzurro –, ma ho la fortuna di avere dirigenti bravissimi come Marotta e Ausilio sempre in movimento: stanno cercando di andare oltre per fare una squadra competitiva perché abbiamo una tifoseria che merita di rimanere sempre al top. Vogliamo migliorarci e stiamo già parlando di questo". Per migliorarsi l’Inter avrà una stagione sconfinata davanti che si concluderà con il Mondiale per club (l’altra italiana a parteciparvi sarà la Juventus): "Sarà un’annata anomala, lunga. Stiamo già lavorando con i preparatori atletici per impostare un programma che ci permetta di arrivare bene a questo grande appuntamento finale".

Inizia la cerimonia: sul palco Fabio Capello, presidente della giuria, e il padrone di casa, il governatore Stefano Bonaccini ("l’è uno juventèn", commenta col volume alto un signore in platea). A premiare Inzaghi è Arrigo Sacchi, che negli ultimi anni non aveva lesinato critiche pubbliche al gioco dell’Inter. "Qualche volta l’ho bastonato, ma era per spronarlo – ammette l’ex allenatore del Milan – Simone è un ragazzo d’oro e sono molto contento stia facendo questo tipo di percorso. È diventato uno stratega". Inzaghi sorride: "Qui ci sono due maestri come Sacchi e Capello, modelli importanti per noi allenatori".

L’undicesima edizione del Premio Bulgarelli celebra Lewis Ferguson del Bologna e Giada Greggi della Roma come le migliori mezzali della serie A maschile e femminile. Luis de la Fuente della Fiorentina è l’allenatore della Serie A donne, mentre il premio di miglior arbitro a Marco Guida lo consegna l’ex collega mondiale, Nicola Rizzoli. Ovazione quando sul palco sale per il premio alla carriera Gianluigi Buffon. Inevitabile la domanda sul suo Parma tornato in A: "Se c’ho fatto un pensierino? No, a quasi 47 anni ora voglio dedicarmi alla nazionale, sperando di portare un po’ di esperienza. Per gli Europei ho grande fiducia: con Spalletti non perdi mai la speranza, sa sempre inventarsi qualcosa". Gigi è capo delegazione degli azzurri: "La parola capo non mi piace, io non comando manco a casa con mia moglie".

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