NERVO RACCONTA A CM L'ULTIMO BOLOGNA IN EUROPA: "HO SOGNATO BOA MORTE PER UN MESE, MEGHNI MI FACEVA INCAZZARE"

Per ritrovare l'ultimo Bologna in Europa bisogna tornare indietro di 22 anni. Estate 2002, i rossoblù di Guidolin superano Bate Borisov e Teplice nei primi due turni del vecchio Intertoto, e cadono contro il Fulham nell'ultimo step prima dell'accesso in Coppa Uefa. 2-2 in casa con una doppietta di Beppe Signori, 1-3 a Londra firmato da una tripletta dell'ex Arsenal Inamoto (oggi, a 45 anni, gioca ancora in quinta divisione giapponese).

Tra i protagonisti di quel Bologna c'era Carlo Nervo, in campo da titolare sia all'andata che al ritorno: "Nella prima partita abbiamo fatto una gara strepitosa e si vedeva che eravamo superiori, ma dovevamo chiuderla - racconta oggi Nervo nella nostra intervista - perché poi al ritorno ci hanno asfaltato".

Dalla Serie C all'Europa con la maglia del Bologna, che emozione è stata?

"Quando rappresenti la città in Italia è scontato, quando inizi a portare la maglia in Europa ti dà una sensazione forte, particolare. Sai che hai tutta la città con te ma sei fuori. E sei solo".

Avresti mai pensato di rivedere i rossoblù in Europa 22 anni dopo l'ultima volta?

"A questi livelli nessuno ci avrebbe creduto, ma bisogna sottolineare che non sono lì per caso: la società ha fatto grandi sacrifici costruendo un progetto duraturo, e ora meritano di essere lì perché hanno espresso un grande calcio. Con questa nuova formula della Champions il Bologna ha più possibilità di andare avanti".

Vedi alcune similitudini tra questa squadra e la tua?

"Ai miei tempi c'era uno zoccolo duro con 7/8 giocatori che erano lì da anni e la squadra era già rodata, ora ci sono stati molti cambiamenti. L'unico filo conduttore può essere la qualità della rosa, oggi come allora ci sono grandi giocatori".

Ci racconti un aneddoto di quella partita?

"Posso svelare serenamente che io e altri compagni di squadra ci siamo sognati Boa Morte per almeno un mese. Andava a duemila, credo che contro di noi abbia fatto le migliori partite della sua carriera".

In rosa c'era anche l'algerino Meghni, all'epoca definito 'il piccolo Zidane' "Ho visto la sua crescita dagli Allievi alla prima squadra, e vi confermo che sarebbe potuto tranquillamente arrivare ad alti livelli. Non so cosa sia successo. In allenamento aveva numeri pazzeschi, ci faceva incazzare perché non lo prendevamo mai".

Ti sentivi leader di quella squadra?

"No, mi sentivo un giocatore attaccato alla maglia perché sono arrivato col Bologna in Serie C e ho fatto tutta la scalata fino all'Europa. Poi è chiaro che i giocatori con più esperienza devono guidare i giovani e i nuovi".

Qual è il giovane a cui hai dato più consigli? "Cristian Zaccardo. All'epoca era un ragazzino, in campo giocava dietro di me e quindi ho cercato di aiutarlo con qualche dritta. Vedere la carriera che ha fatto fino alla vittoria del Mondiale per me è stata un grande soddisfazione".

C'è qualche giocatore di quel Bologna col quale ti senti ancora?

"Beppe Signori, Pagliuca, Paramatti e Marocchi, col quale sono stato tanti anni in camera in ritiro. Tra tutti noi è rimasto un bel rapporto, abbiamo anche una chat Whatsapp nella quale ci sentiamo quasi ogni giorno".

Come ti trovavi in camera con Marocchi? "Era un precisino, come in campo. Mi diceva sempre che ero disordinato, ma gli rispondevo che ognuno è fatto a modo suo".

Che allenatore è stato Guidolin?

"Già all'epoca aveva capito tutto anticipando il calcio moderno. Ci faceva lavorare sull'aggressività e sulla costruzione dal basso, facevamo allenamenti brevi ma intensi. E spesso ci faceva lavorare in modo personalizzato".

A te cosa faceva fare?

"Mi faceva sempre correre...".

Il tuo ricordo più bello a Bologna?

"Il gol a Lisbona in Coppa Uefa: ho segnato sia all'andata che al ritorno, anche in quel caso eravamo partiti dall'Intertoto. Per chi è partito dalla Serie C segnare in Portogallo è stata la soddisfazione più bella. Un gol che ogni tanto riguardo ancora oggi".

In carriera hai fatto anche 6 partite in Nazionale, ma sei mai stato vicino a una big?

"Nel 1998 era tutto fatto con il Milan, sarei dovuto andare nel mercato di gennaio ma a novembre mi sono rotto il crociato. Sono stato a un passo dal Parma di Tanzi, i due club non non hanno trovato l'accordo finale saltato negli ultimi dettagli".

Oggi cosa fai?

"Sto portando avanti una mia attività e in questi mesi, dopo una parentesi da sindaco, mi sto candidando a diventare consigliere regionale".

@francGuerrieri

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