PIOLI, SUPERCOPPA NEL MIRINO MA è GIà TEMPO DI SALUTI

Milano - Nella forma è stato un energico tentativo di riaccendere i motori del Milan a cui mancherebbero 3 punti per garantirsi la partecipazione alla prossima Supercoppa d'Italia. «Il nostro lavoro non è finito qui, dobbiamo impegnarci e blindare il secondo posto» la frase-simbolo di Stefano Pioli. Nella sostanza, trascinato dalle successive domande, quello di ieri è sembrato più un elegante congedo, in perfetta traiettoria con il carattere dell'uomo che ha qualche grande rimorso da confidare («le due partite normali con la Roma e la dolorosa eliminazione dall'Europa league») e un ricordo indelebile da custodire gelosamente della stagione tricolore vissuta con la conquista dello scudetto («ho molto goduto e molto sofferto come è giusto che sia» la sua perfetta sintesi) che lo portò a diventare il personaggio dell'estate e con lui il famoso coro Pioli is on fire spopolato per molti mesi a San Siro e adesso canzonato dal tifo interista. Anche nei confronti del tifo della curva sud che ha annunciato lo sciopero in vista della sfida con il Genoa di Gilardino - per la prima volta atteso da tecnico nello stadio del suo passato milanista - Pioli è riconoscente («sono stati il valore aggiunto, tante volte ci hanno aiutato con il loro sostegno») al pari del club («rapporto sempre buono, abbiamo avuto Ibra e Moncada qui in questi giorni»).

Nessuna concessione invece all'immediato futuro che sembra già scritto, la panchina del Napoli. «Non parlerò con nessuno fino a quando sarò sotto contratto con il Milan» la promessa solenne che sembra ribadita anche con la battuta («amo i cappelletti in brodo, specialità della mia Parma») in risposta alla domanda gastronomica (ti piace la pizza?). Non sono mancati alcuni passaggi dedicati a qualche suo collega molto solidale con il milanista. Il primo, più sentito, spedito a de Rossi che lo ha citato nella conferenza romanista («ho colto la voglia dei giornalisti di massacrare Stefano dopo la partita con noi»). Qui Pioli è stato affettuoso («sto seguendo Daniele, mi piace molto, gli auguro di mantenere la lucidità anche in futuro»). Il secondo con i complimenti inviati a Pecchia, tecnico del Parma promosso in A. Oggi ritroverà Alberto Gilardino, allenato a Firenze, e che già all'andata gli diede filo da torcere («vincemmo con fortuna» il giudizio). Per l'occasione riproporrà lo stesso schieramento con il Lecce con un quartetto super-offensivo (Chukwueze - Pulisic - Leao - Giroud) più il ritorno da squalifica di Tomori e Theo Hernandez e qualche rischio di troppo da correre.

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