"UNA VERA SODDISFAZIONE VINCERE COSì...". MAZZOLA A 360° SULLO SCUDETTO DELL'INTER

Cinquecentosettanta presenze e 163 reti con la maglia dell'Inter, quattro scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e un campionato europeo con la maglia dell'Italia, è questo il ricchissimo palmares di uno dei calciatori più forti della storia del calcio italiano e mondiale: Sandro Mazzola. Figlio del grandissimo Valentino Mazzola, attaccante del Grande Torino, ha legato la sua intera carriera ai colori nerazzurri diventandone una bandiera e uno dei giocatori più rappresentativi della storia del club meneghino. Mazzola, che ha recentemente scritto un libro dal titolo "Cuore nerazzurro, una bandiera è per sempre", in esclusiva per ilGiornale.it ha commentato la calvacata al titolo di campione d'Italia dell'Inter di Simone Inzaghi, raccontando anche alcuni aneddoti di quando era calciatore.

Mazzola che gusto prova un'interista come lei ad aver vinto matematicamente lo scudetto nel derby contro il Milan?

"Doppia soddisfazione, essere riusciti a vincere lo scudetto e la seconda stella contro di loro è il massimo (ride, ndr)".

Cosa ne pensa di Simone Inzaghi?

"A me piace Simone, mi sembra che è uno che riesce ad entrare nella testa dei giocatori. Spero resti a lungo ma non si sa mai in questo calcio. Se mi devo sbilanciare dico che però resterà per un po' di tempo".

Che voto diamo alla stagione dell'Inter al netto dell'eliminazione in Champions League?

"Io avrei dato un voto molto più alto ma con l'eliminazione dalla Champions League do un 7 pieno".

Cosa dovrebbe fare l'Inter per restare al vertice per tanti anni?

"Secondo me bisogna anche attingere dal settore giovanile, se ogni anno riesci ad avere uno, due, tre giocatori da inserire in prima squadra ecco che allora, con altri acquisti mirati, si può andare avanti a far bene per anni".

Ci racconta qualche aneddoto particolare di qualche derby dei suoi tempi?

"Mi ricordo un derby che eravamo usciti dal sottopassaggio e aspettavamo di andare in campo per schierarci e ci guardavamo con i giocatori del Milan dicendoci anche parole non belle (ride, ndr). Poi venne il mio capitano e mi disse "Noi non parliamo con questi qua, fagli solo due gol che va bene".

Qual è il giocatore dell'IInter che le piace di più e di quale non si priverebbe mai anche di fronte ad un'offerta monstre?

"Difficile da dire, ce ne sono un paio e anche di più. Dico Lautaro Martinez perché incarna tutti i canoni dell'attaccante moderno, rappresenta proprio l'Inter come classe e come temperamento. Anche Barella è importantissimo, poi ce ne sono altri come Bastoni e Dimarco per citarne altri due italiani ma i primi due sono i più importanti per me".

Da interista sente di più la rivalità con Milan o Juventus?

"Da interista sento più la rivalità con il Milan, noi eravamo abituati così. Se battevamo loro e loro arrivavano dietro di noi in classifica automaticamente Milano eravamo noi e ci piaceva metterli sotto".

Suning nonostante i traguardi raggiunti viene spesso criticata. Lei come si pone in merito?

"Secondo me non si può criticare questa società per quello che abbiamo visto e quello che ha fatto".

Chi era il suo miglior compagno di squadra all'Inter?

"Ce n'erano due o tre ma Facchetti sapeva prenderti al momento opportuno, anche quando non stavi andando bene, c'era gente preoccupata, lui ti prendeva da parte e ti diceva 'andiamo benissimo, continua così che vinciamo la partita' e ti faceva cambiare umore. Facchetti era qualcosa di eccezionale. Un altro era Bedin che quando iniziava la partita e non andavano bene le cose si nascondeva un po', allora lo andavamo a prendere urlandogli 'Non ti nascondere in difesa, devi venire a centrocampo' (ride; ndr)".

Ci racconta qualcosa del suo libro?

"Non mi piace parlare del libro perché sembra quasi che voglia fare promozione e non è così. Si tratta solo di dire ai ragazzi prendetelo e leggetelo bene".

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