È MORTO FRANCO TOMBA, PADRE DI ALBERTO. QUANDO DISSE: “MI SDRAIO SULLA NEVE PER NON FARGLI FARE IL SUPERG”

“Se Alberto si mette al cancelletto della partenza di un superG, io mi sdraio sulla neve e gli impedisco di scendere, a meno che mio figlio non mi passi sopra. A noi, della Coppa non ci frega niente, se per conquistarla si devono rischiare le ossa". Così parlava Franco Tomba, in totale sintonia con la moglie Maria Grazia. Era l’anno 1995, quello dell’unica vittoria di una coppa generale del più grande sciatore italiano: Alberto Tomba. Ma la posizione della famiglia era stata chiara sin dall’inizio, mettendo al primo posto la sicurezza del figlio campione, soprattutto dopo un incidente in Val d’Isére qualche anno prima.

Il bolognese che faticava a entrare in squadra

È scomparso Franco Tomba, padre di Alberto. Lascia la moglie e altri due figli, Alessia e Marco. È stato protagonista assoluto di quella stagione irripetibile in cui Alberto portò lo sci ai livelli del calcio. Partendo dall’Appennino bolognese, condizione non facile in tempi in cui la squadra azzurra era composta quasi interamente da altoatesini o valdostani. Franco Tomba e la moglie sostennero Alberto in quella fase delicata in cui poteva rimanere ai margini, fino al famoso slalom della Montagnola a Milano del 1984 in cui uno sconosciuto bolognese battè tutti gli sciatori più rinomati e si conquistò il posto in squadra.

"Alberto fenomeno da 30mila spettatori”

Poi arrivarono altri tempi, in cui Franco Tomba fu altrettanto deciso: “Le cose ora devono cambiare: parlerò con la Fisi e con l'Arma dei Carabinieri e se non mi garantiranno un'adeguata protezione ad Alberto, non gli farò più inforcare gli sci o lo manderò a fare il professionista negli Stati Uniti. Tanto due medaglie d' oro le ha già vinte: non farebbe più la Coppa del Mondo, ma almeno guadagnerebbe davvero. Non come ora: tutti si arricchiscono sulle sue spalle e lui ci

rimette”. Erano i tempi duri dei processi per evasione fiscale, la famiglia era sotto attacco ma lui ribatteva a muso duro: “Federazione e Arma sono state deficitarie, si sono rivelate immature per gestire il fenomeno Tomba, un fenomeno da trentamila spettatori a Madonna di Campiglio”.

Roda: “Ha fatto diventare Alberto quel che è”

“Sono momenti in cui è inevitabile rivivere i ricordi di un rapporto intenso e lungo una vita” dichiara il presidente della Fisi Flavio Roda, che in quella stagione fu allenatore e guida del team personale di Alberto Tomba. “Franco è colui che ha fatto sì che Alberto diventasse il campione che tutti conoscono, ma lo ha fatto in modo elegante e con grande serietà. Voglio ricordare un aneddoto. Mi diceva: Flavio, falli sciare in tutte le condizioni. Tu sai tracciare? Bene, ascolta le loro sensazioni… In quel momento Alberto era il più giovane e si allenava con la cugina Simona e il fratello Marco”.

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